di Alessio Turriziani
Un ambiente meraviglioso: il Trentino. Un compagno di pesca strepitoso:
Walter Arnoldo. Torrenti come il Rio ValSorda e il Mandola ricchissimi di trote fario: questi sono gli ingredienti per una giornata di pesca indimenticabile.
Natura, buona compagnia e paesaggi incantevoli
Il Trentino offre dei paesaggi veramente incantevoli e in questa stagione il verde dominante in tutte le sue 18.000 varianti è veramente il massimo per chi ama la natura. Con il mio amico Walter siamo andati a pescare in torrente. È riduttivo chiamarlo torrente, perché questa parola non rispecchia minimamente il fascino, la tranquillità e la soddisfazione che può dare a un pescatore passare dei momenti in simili luoghi e per i più fortunati: avere la possibilità di pescare con un esperto sia della geografia del posto e un maestro di bravura e di tecnica.
La pesca ha inizio!
Siamo partiti dallo Sport Hotel(www.hotelsport.it) dopo aver mangiato un succulento pranzo in compagnia di trentini doc, ci siamo diretti a bordo della Jeep di Walter sul primo posto di pesca: il Rio Val Sorda un torrente, che nasce dal Campo Tognola di Siròr (m 1986) sul monte Tognola (m 2384), vi lascio immaginare la purezza di queste acque e il frastuono che si sente scendendo a valle per raggiungere il letto del torrente… passati alcuni anfratti si raggiunge il torrente e… pluff! il frastuono finisce e l’istinto di pesca inizia. Arrivati alla prima buca Walter al secondo lancio prende una stupenda trota fario, un pesce bellissimo di proporzioni anche notevoli per il posto.
Tra salti, buche e rocce risaliamo il Rio ValSorda ma, a mano a mano che saliamo su, vediamo l’acqua intorbidarsi sempre più: purtroppo dei lavori ci hanno rovinato un po’ quei momenti magici di pesca. Senza scoraggiarci più di tanto, con Walter decidiamo di cambiare posto Lui consiglia il Mandola, che si getta dopo un lungo cammino nel lago di Caldonazzo.
Primo tratto sul Mandola. facciamo qualche lancio e Walter prende un’altra bella trota fario: in questo momento sono stupito veramente dalla sua capacità e dalla sua conoscenza del posto, ma intanto seguendo le sue dritte ecco la mia prima! Una bella fario e poi ancora un’altra trotina… troppo piccola per venire a casa con me però, allora torna in torrente.
Dopo qualche cucchiaino incagliato e qualche salto di staccionata, si parte per un altro luogo: scendiamo ancora con il mitico Defender più a Valle.
Arrivati sul torrente dopo un po’ di cross country a piedi e qualche salto di muretti siamo a pesca in un posto bellissimo e incontaminato. Solo due cani ci distraggono un po’, ma noi siamo lì per pescare.
Questo è stato il tratto più pescoso per noi: grandi ferrate e belle trote, alcune slamate risalendo il Mandola. Osservo Walter mentre lancia, recupera, ferra: è impressionante, sono tutte cose che faccio anche io in questo momento, ma vederle fare da lui è una cosa strana, è come se in un semplice recupero ci mettesse quel qualcosa in più che a ogni lancio ne ferra una. Poi, alla fine, capisco cos’è: è la sua grande passione! È quella passione che ci fa pescare insieme e che ci fa divertire.
Sempre sotto consiglio di Walter inizio a lanciare dove non credevo di poterlo fare, proprio là dove il rotante deve andare. Ancora, mi stupisco.
Intanto ecco che ferro una bella trota fario: è anche grandicella, però, ahimè, si slama proprio sotto i piedi di Walter! Ok, no problem, andiamo avanti!
Purtroppo il tempo è tiranno e dobbiamo andare, ma vediamo un ultimo posto dove il torrente scende un po’ in basso e per seguirlo devi stare attento a non cadere.
Riesco anche io a scendere, di sedere. È un altro di quei posti visti oggi che sembrano da documentario sulla pesca. Dopo qualche lancio, Walter mi consiglia di lanciare tra due sassi a circa tre metri di distanza, con tanto di arbusti che scendono: senza pensarci lancio, passo proprio sotto gli arbusti, centro i due sassi… Evvai il rotante inizia a girare, zam!… Ferro ed ecco la nostra ultima trota fario che viene a casa con noi.
Era la prima volta che mi affacciavo su un torrente per pescare a questo livello, ma con l’aiuto di Walter e delle nozioni di base ho subito preso fiducia in me e nella canna. Lanciare a due centimetri da un sasso con dieci centimetri di fondo è davvero bello e difficile; far girare il rotante in corrente e in condizioni di equilibrio precario è davvero il massimo.
A volte, quando si parla di pesca, molte persone sono scettiche. Immaginano il pescatore come il personaggio statico che, seduto su una sedia con la sigaretta in bocca, aspetta il pesce. Giornate come queste cancellano anche i problemi che abbiamo nella testa e ci danno delle buone dosi di fiducia in noi stessi.
Vi consiglio di fare un giro allo Sport Hotel di Levico Terme a quarto d’ora da Trento. È l’albergo ideale sia per pescatori singoli sia per famiglie. Ospitalità e tranquillità vi aspettano… e anche delle belle trote fario. 🙂
Per info scrivetemi pure all’indirizzo info@pescaok.it.