La pesca a spinning

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Intro allo Spinning: Una Tecnica Dinamica dove non stai fermo e non ti annoi mai.

canna da pesca in mano ad un pescatore

Lo spinning è una delle tecniche di pesca più dinamiche, versatili ed emozionanti, non ti annoi mai, al netto che il cappotto forse è molto frequente.

Si usano le esche artificiali come: cucchiaini, ondulanti, minnow, spinnerbait, jerkbait, e softbait che vengono movimentate dal pescatore per attirare l’attenzione dei predatori. Fondamentalmente le esche sono in metallo, balsa, legno o gomma, ma la tecnica è in continua evoluzione, grazie all’innovazione nel campo dei materiali, degli accessori e soprattutto le esche sono sempre più realistiche ed efficaci.
Lo spinning può essere praticato in una vasta gamma di ambienti: dai torrenti di montagna ai grandi laghi (ai più piccoli laghetti di pesca sportiva), dai fiumi lenti, ai fiumi veloci, fino al mare. Tutti gli ambienti sono caratterizzati da prede diverse e paesaggi molte volte mozzafiato (e chi è appassionato di natura non può che non amare questa pesca in movimento). Ma se sei un pescatore da sedia, te la sconsiglio

Il mio obiettivo con questa piccola guida è di fornire una panoramica completa della tecnica, dalle basi fino agli accorgimenti più professionali, mettendoti a disposizione un punto di riferimento esperto e aggiornato.

Ci tengo inoltre a precisare che sono indicazioni frutto della mia esperienza e del mio modo di pescare a spinning, per cui potrebbero non essere uniformate ai canoni standard che la maggior parte dei pescatori usa (parlo di pesi, misure, credenze), pescatori che come me sono partiti da zero, usano magari modalità non standard che vanno benissimo lo stesso, l’importante è divertirsi.
Per chi si affaccia per la prima volta a questa tecnica consigliamo di dare un’occhiata anche alla sezione dedicata Spinning per Principianti che offre un’introduzione semplice e chiara. Chi invece desidera estendere le proprie conoscenze alla pesca in mare, potrà approfondire nell’articolo dedicato Lo Spinning in Mare.

L’Attrezzatura di base per lo spinning

Uno dei punti di forza dello spinning è la relativa semplicità e compattezza dell’attrezzatura, che permette di essere sempre in movimento alla ricerca del pesce, puoi partire con uno zainetto ed una canna, sarai subito in pesca:

  • La Canna da Spinning:
    Le canne da spinning variano per lunghezza (da 1,50 m a oltre 2,70 m) e potenza, a seconda dell’ambiente e della specie insidiata. In acque dolci, canne più corte e reattive possono essere preferibili in torrenti e spazi ridotti; in mare o in grandi laghi, una canna più lunga può aiutare nei lanci a distanza. La grammatura consigliata dipende dal peso delle esche utilizzate, ad esempio 7-15 g per una pesca light/medium, 10-30 g o più per lo spinning pesante a grandi predatori.
  • Mulinello a Bobina Fissa:
    Il mulinello da spinning deve essere fluido, robusto e ben bilanciato con la canna. Le misure variano, ma per lo spinning leggero in acque dolci si possono usare taglie 2000-3000, anche un 4000 se si va a lucci o oltre per il siluro, mentre per acque salmastre o prede più importanti si passa a 3000-4000 e oltre. È fondamentale la qualità della frizione, per gestire al meglio le fughe dei pesci. Ricordatevi qui di registrare la frizione sempre prima di lanciare.
  • Filo e Terminali:
    Il filo principale è spesso un trecciato per l’elevata sensibilità e resistenza, ma per la pesca a spinning normale va bene anche un ottimo nylon. Lo si abbina ad un terminale in fluorocarbon più o meno lungo per diminuire la visibilità in acqua e aumentare la resistenza all’abrasione. Lo spessore dipende dalla specie: per la trota, il persico, cavedani e pesci piccoli insomma si può usare un 0,10-0,12 mm in trecciato con terminale 0,18-0,22 mm, mentre per lucci o serra in mare serve un terminale più robusto e magari l’impiego di un cavetto d’acciaio, idem per il siluro. Diciamo che la regola potrebbe essere parti con dimensioni di fili e finali più grossi per poi scendere quando prendi confidenza, non il contrario perché rischi di perdere pesci.varie esche artificiali
  • Esche Artificiali:
    L’universo delle esche artificiali è vastissimo. Per iniziare, si può puntare su modelli “evergreen”:

    • Cucchiaini Rotanti e Ondulanti: classici nelle acque dolci, specialmente per trote, cavedani e persici.
    • Minnow e Jerkbait: imitazioni di pesci foraggio, versatili in varie condizioni.
    • Spinnerbait e Crankbait: ottimi per acque torbide e per attirare l’attenzione di predatori come il luccio.
    • Softbait (Shad, Grub, Worm): siliconici montati su teste piombate, ideali per lavorare vicino al fondo o per presentazioni più naturali.

Un pizzico di storia dice che i primi artificiali erano cucchiaini e pesciolini finti (minnow) se non vuoi incasinarti troppo parti con quelli. Poi studia bene l’esca per capire se lavora a galla, se va a fondo, quanto tempo ci mette a scendere, insomma la stessa esca potrebbe funzionare o no a seconda del pesce e del momento, ma tu non abbatterti, la pesca è anche una questione di fortuna, impegno e costanza.

  • Accessori e Abbigliamento:
    Un buon paio di scarponi da montagna, vanno benissimo ma se devi entrare in acqua ti consiglio dei waders, un gilet con tasche o un marsupio per le esche, pinze e forbici per tagliare i fili (oppure un taglia unghie), occhiali polarizzati per proteggere gli occhi (anche da eventuali colpi) e vedere meglio in acqua, un cappellino contro il riverbero del sole, tutto questo rende più comoda e sicura l’attività.
    Non ti dimenticare se sei in estate la crema solare e l’antizanzare, mentre se sei in inverno copriti bene perché l’umidità per il pescatore è la peggior nemica.

Tecnica e approcci in acqua dolce

Lo spinning in acque interne può essere suddiviso in base alla tipologia dei corsi d’acqua:

fiume d'acqua limpida

  1. Torrenti e piccoli fiumi di montagna:
    Qui si insidiano spesso trote fario e iridee, oltre a cavedani e piccoli predatori. La tecnica prevede lanci precisi e corti, l’impiego di esche leggere e la capacità di leggere la corrente. È importante posizionarsi in modo da non spaventare il pesce, lanciare a monte e recuperare seguendo il flusso dell’acqua, sfruttando le zone di sosta dei predatori: raschi, buche, correnti laterali. E’ difficile si, ma con l’esperienza si capisce dove potrebbe stazionare il pesce, altra cosa fondamentale in questo ambiente è il rumore, non devono sentirti perché altrimenti questi pesci selvatici scapperanno e ciao ciao.
  2. Fiumi di pianura e grandi laghi:
    In queste acque si possono trovare lucci, sandre, persici, aspi, black bass. Si utilizzano esche più grandi e pesanti, per raggiungere una distanza maggiore e sondare diversi strati d’acqua. Spesso si prova un recupero a scatti (la così detta jerkata) o lineare a diverse velocità, alternando pause e ripartenze, per stimolare l’aggressività del predatore.
  3. Cave, Laghetti a pagamento:
    In questi contesti si cerca di interpretare il comportamento dei pesci abituati a forti pressioni di pesca. Spesso è necessario ridurre di molto le dimensioni delle esche, utilizzare terminali più sottili e adottare recuperi più lenti e naturali. È fondamentale sperimentare diverse profondità e presentazioni. Qui almeno per me le più grandi difficoltà, essendo un appassionato di pesci selvatici, qui il pesce è molto più sospettoso e attento, quindi bisogna studiare bene la pesca in laghetto per capire come farla. Ti consiglio anche di guardare la nostra tecnica Trout area dove viene spiegato bene cosa fare.

Spinning in mare: una frontiera ricca di emozioni

battigia sulla spiaggiaPassare allo spinning in mare apre un mondo di opportunità: dalle spigole ai serra, dai barracuda ai tonnetti, ogni specie ha il suo ambiente e le sue esche ideali. Conosciuto anche come “shore jigging” o “rock fishing” in certi contesti, lo spinning costiero richiede attrezzatura più robusta, trecciati più spessi e terminali adatti a sopportare dentature affilate o fondali taglienti. Per approfondire i dettagli, vi invitiamo a visitare la sezione dedicata Lo Spinning in Mare.

L’Importanza della Tecnica dello spinning  (Lancio e Recupero)

Ma veniamo alla parte più importante e delicata, il lancio. Nello spinning deve essere preciso e naturale:

      • Lancio a due mani: utile con canne più lunghe, per raggiungere distanze importanti.
  • Lancio sopra la testa o laterale: si alternano in base a ostacoli, vento e posizionamento in sponda.

Il recupero dell’esca è la fase più creativa: si può variare la velocità, inserire pause, jerkate e twitch (piccoli colpetti di cimino) per dare “vita” all’artificiale. L’obiettivo è imitare un pesciolino ferito, una preda in fuga, o qualcosa di appetibile per il predatore.

Strategie e approccio mentale

Lo spinning è una tecnica in cui il pescatore è costantemente attivo. È una continua ricerca, un adattamento alle condizioni del momento:

  • Osservazione: Guardare il colore dell’acqua, l’attività superficiale, la presenza di pesce foraggio.
  • Adattabilità: Cambiare esca, colore o grammatura se non ci sono attacchi.
  • Pazienza e Perseveranza: Non scoraggiarsi se i primi lanci non danno risultati e nemmeno sui secondi lanci…
  • Conoscenza dell’Ambiente: Sapere dove e quando lanciare aumenta la probabilità di trovare il pesce.

Conservazione e rispetto dell’ambiente

luccio mincio
 

La cultura del catch & release (cattura e rilascio) è fortemente incoraggiata nello spinning, soprattutto dove i predatori sono soggetti a forte pressione. Rilasciare correttamente un pesce (usando ami senza ardiglione, bagnando le mani, evitando danni alle branchie, non trattenerlo fuori dall’acqua per troppo tempo) contribuisce a mantenere viva la risorsa ittica. Rispettiamo l’ambiente, non abbandoniamo rifiuti e seguiamo le normative locali: questo è il miglior modo per assicurare un futuro alla nostra passione.
Poi se uno un pesce se lo vuole mangiare che lo faccia perché a mio avviso è anche una grossa soddisfazione, ma attenzione sempre a rispettare la natura e l’ambiente. Purtroppo, oggi più di ieri il pescatore deve imparare a rispettare e salvaguardare l’ambiente ed i pesci e con la tecnica dello spinning lo possiamo fare.

State attenti anche ai periodi di chiusura, perché in quel periodo i pesci si riproducono quindi il danno è maggiore ed alle misure minime, se proprio li volete portare a casa almeno sappiate che un luccio raggiunge la maturità sessuale tipicamente entro i primi 2/3 anni di vita, ma il momento esatto può variare in base a fattori ambientali e alla disponibilità di cibo. In linea generale:

  • Maschi: La maggior parte dei maschi matura sessualmente tra il primo e il secondo anno di vita, spesso già attorno ai 30-40 cm di lunghezza.
  • Femmine: Le femmine raggiungono la maturità un po’ più tardi, di solito entro il terzo anno, o quando superano i 45-50 cm di lunghezza. In condizioni favorevoli, alcune femmine possono maturare già a due anni, ma in media occorre attendere il terzo.

Ecco pensate a questo e poi decidete se trattenere o no.

Le mie conclusioni:

Lo spinning è molto più di una tecnica di pesca: è una filosofia basata sul movimento, la costante ricerca del predatore, la passione per la sfida, la capacità di adattarsi e il rispetto per il pesce e l’ambiente’ una pesca da solitari ma va bene anche in compagnia, basta non chiacchierare troppo. Che siate alle prime armi o pescatori esperti, c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare, una nuova esca da provare, uno spot da scoprire. Con questa guida spero di aver fornito un quadro abbastanza ampio e utile per approcciare la tecnica. Per chi inizia, consigliamo ancora una volta di consultare Lo Spinning per Principianti e per chi vuole portare le proprie abilità anche in ambiente salmastro, l’approfondimento Spinning in Mare è il prossimo passo.

Ma se vuoi scrivermi ti prego pure di farlo, se vuoi chiedere consigli o fare commenti sei il benvenuto.
A presto,
Alessio.

 

Esche artificiali per lo spinning

Cucchiaini o Rotanti
Spinner bait
Ondulanti
I Rapala i Minnow più famosi ed usati
I Minnow caratteristiche e tipologie
Lipless
Esche siliconiche Jig – Grubs – Pescetti siliconici – Rana

 

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