a cura di Walterfishing
L’avevo provato un paio di volte, ma più di tanto non mi stimolava. Mi pareva solo una versione più evoluta e selettiva della pesca a fondo. In compenso, sono andato molte volte a vedere gli amici carpisti in azione, e in qualche caso ho anche guadinato o dato un piccolo aiuto per tenere in ordine la postazione. Ammetto di essere stato colpito dalla dimensione delle catture, abituato come sono (purtroppo) a cavedanelli da 20 centimetri o carassi da mezzo chilo presi in fogne a cielo aperto.
Poi quest’anno il primo pesce, l’incontro mentre pescavo (?) con la fedele minicanna con una carpa di buone dimensioni mi hanno fatto riflettere sulla possibilità di effettuare catture di buona taglia. E mi è venuta un po’ di voglia di provare, ma a modo mio.
Complice una promozione del solito discount, mi sono comprato una delle loro canne da carpfishing. Siccome non ne capivo molto, ma ho una buona esperienza di pesca a fondo, ho dato la mia interpretazione (ovviamente economica) di questa tecnica. Ecco quindi questa semplificazione, studiata per aiutare chi inizia. Non è carpfishing “puro”, ma è una buona base per muovere i primi passi verso questa moderna ed affascinante tecnica.
Che cosa ci serve?
- Una canna (o più), possibilmente di quelle specifiche (io ho modificato il completo fornito dal discount, che ho trovato comunque di buona qualità). Anche se per provare una canna da fondo generica può andare bene (nel mio primo tentativo ho usato addirittura la mia canna da spinning più robusta, e devo ammettere che non se l’è cavata male), per un uso intensivo non è consigliabile. Senza aspettare promozioni, quasi tutte le marche hanno una linea entry level (principiante) a basso prezzo. Quella trovata nel set ha un’azione piuttosto leggera, ma dato che non ne faccio un uso intensivo e non ho bisogno di lanci incredibili per me va bene. Per essere precisi, sarebbe sulle 2 libbre, ha una potenza di lancio fino a 80 grammi e dato che pesco “marginal” (a corta distanza) è perfetta alle mie necessità. Se pensate di lanciare grossi pesi a lunghe distanze o di pescare a lunga distanza o di pescare pesci enormi, allora scegliete un modello con un libraggio maggiore. Consiglio modelli con anelli in SiC (Silicon Carbide), per poter usare i trecciati.
- Un mulinello: se andiamo solo una volta tanto per provare, va bene un modello robusto da pesca generica o persino da spinning; in caso contrario, è meglio orientarsi su modelli specifici. Se la tecnica vi dovesse piacere e decidete di acquistare un mulinello apposito, sceglietene uno con il sistema di bobina libera (il baitrunner), che vi aiuterà decisamente. Ho tenuto quello incluso nel set, perché funziona sufficientemente bene e ha un sistema a bobina libera che funziona discretamente bene. IMPORTANTE: può succedere a volte che il sistema di bobina libera si blocchi. In questo caso per farlo funzionare è sufficiente toglierlo, dare un paio di giri di manovella e poi reinserirlo. Il mio consiglio personale è di provare a vedere, dopo aver messo in tensione il filo, se la bobina scorre girandola leggermente con le dita (in questo modo vi accorgete subito se è bloccata, evitando danni maggiori che potrebbero succedere in caso di partenza). Ringrazio per questa spiegazione Matteo (amico e compagno di pesca, nonché amministratore del simpatico sito carp-fishing.too.it).
- Del filo: siccome un trecciato non è alla portata di tutti, un buon filo dello 0.35 può già dare un ottimo margine di sicurezza. Personalmente, ho sostituito il filo che ho trovato nel mulinello con il Ninja Mare 0,35 della Linea Effe, ma per una utilizzazione specifica vi consiglierei vivamente lo Zebco Topic Carpa (ormai ho provato quasi tutti i Topic e vi assicuro che non ho mai avuto problemi: se scelti correttamente sono molto facili da usare e affidabili). Per il terminale uso uno 0,30 dicroico (molto simile al fluorocarbon) o del dacron da 12 libbre, e per la facilità d’uso vi consiglio il primo. Per l’eventuale shock leader, o uno 0,50-0,60 o un buon trecciato circa sullo 0,35. Attenzione ad eseguire bene i nodi!
- Piombi, ami e girella : questo dipende da molti fattori, e vi consiglio di cercare informazioni presso gli specialisti del settore. Personalmente (con un canale a corrente medio lenta fondo 4 metri e largo una decina) mi sono trovato bene col piombo da 40 grammi incluso (che ha il vantaggio di non richiedere lo shock leader, dato che è sotto il limite massimo consigliabile di lancio di 50 grammi per il filo 0,35). Ho sostituito la girella fornita nel kit con una classica col moschettone del 4 e adesso tutto è a posto. Per gli ami, se non ne avete di specifici, vanno bene tutti dal 2 all’8 purché siano robusti. Ho scelto un modello non specialistico, senza occhiello ma a curva larga, a cui ho schiacciato l’ardiglione, proprio per la robustezza e la facilità di slamare (tanto dopo rilascio comunque, per cui anche se qualche pesce scappa va bene lo stesso 😉 ).
- Accessori: non dimenticate gli stracci per slamare il pesce, la pinza a becchi piatti, lo slamatore, una forbice e un guadino robusto. Se vi piace la tecnica e decidete di continuare e di praticarla intensamente comprate un materassino per la slamatura (anche se ci vado due volte all’anno e con amici che ne sono forniti, me ne sono comprato uno perché lo trovo utile 😉 ). Personalmente ho anche una fionda nel caso ci sia da pasturare un po’. In totale, a parte il guadino, mi sta tutto in una valigetta in plastica di dimensioni piccolissime. È consigliabile avere anche un avvisatore acustico e relativo piantone per ogni canna.
Piccola nota a parte per l’ecoscandaglio: ho trovato in promozione anche quello, ma non l’ho ancora tolto dalla scatola. È vietato usarlo in molti luoghi durante la pesca (secondo me ingiustamente), ma è molto utile per scoprire il fondale. Per cui, se potete vi consiglio di uscire una volta senza attrezzatura da pesca per esplorare il fondale e segnarvi i punti “importanti”, altrimenti se proprio vi serve ma non potete fare un sopralluogo preliminare cercate di non farvi beccare. IMPORTANTE: l’ecoscandaglio (o sonar o fish finder) è utilissimo per scoprire il fondale, ma nel carpfishing non è sempre adatto a trovare i pesci! Tradotto: se vedete punti in cui passano decine di pesci, nella maggioranza dei casi lì non catturerete niente perché si tratta solo di punti di passaggio, in cui il pesce non si nutre… oppure potreste incappare in qualche siluro (che sembra comportarsi in modo opposto alle carpe e ai ciprinidi in generale).
Totale: tra canna e accessori me la sono cavata con neppure 50 euro, portandomi tuttavia a casa del materiale affidabile (in modo coerente con la mia logica a basso costo 😉 ).
Come esca uso il mais in scatola del supermercato (e come al solito, qui dipende da voi). Di solito per semplificare non uso l’hair rig, ma innesco il mais sull’amo. Tuttavia consiglio vivamente di imparare ad eseguire o usare l’hair rig, in quanto è l’unico modo per innescare le famose ed efficaci “boiles“, ed è alla base del carpfishing puro (l’ho imparato, non è difficile come si crede, anzi).
Come fare
Se avete la canna del discount come me vi basterà togliere il loro terminale, porta terminale e sostituire la girella e il filo (possiamo comunque riutilizzare le parti rimosse).
Altrimenti, se partite dai pezzi da montare la procedura è quella classica, per cui non la descrivo. Ricordo solo che, se avete il mulinello col baitrunner, dovete tarare due frizioni anziché una (consiglio la principale un po’ sotto il punto di snervamento del filo, e quella della bobina libera a seconda della corrente del luogo di pesca).
L’azione di pesca è uguale al fondo, per cui, come sopra, non la descrivo. Ricordo soltanto che dopo il lancio bisogna mettere il filo in tensione e azionare lo sblocco della bobina (o, se non ce l’avete, aprite al massimo la frizione). Quando avviene la “partenza” (la carpa mangia e se ne va via), nel primo caso basta un giro di manovella per reinserire la normale frizione, altrimenti bloccate con un dito la bobina. In tutti e 2 i casi, appena fatto questo, ferrate subito! Poi, se non avete il baitrunner impostate velocemente la frizione (in modo grossolano, comunque sotto il carico di rottura del filo). È più facile da fare che da descrivere: l’intera manovra, anche nel caso peggiore, non dura più di qualche secondo. Come al solito l’esperienza vi aiuterà, e non preoccupatevi se le prime volte perderete qualche pesce perché è comprensibile. Prendetela con filosofia: anch’io ho imparato più dagli errori e dai pesci persi che da quelli catturati. Nessuno riderà di voi, anzi: se siete dei principianti molto probabilmente i pescatori più esperti intorno a voi vi aiuteranno. Come si sa lo “spirito di corpo” dei carpisti è fenomenale e un collega in difficoltà non è mai lasciato solo. Le prime uscite cercate di farle con qualche amico più esperto nella tecnica (se non ne avete, basta semplicemente cercare su internet in un forum o un sito sull’argomento e ne trovate quanti volete, della vostra zona, basta chiedere :).
Come maneggiare il pesce
Parlo volutamente di pesce, perché tutto quello che prenderete, non solo carpa e non solo con questa tecnica, merita da parte nostra il massimo rispetto. Pochi consigli: prima di iniziare a pescare cercate un luogo dove si possa guadinare il pesce senza ferirlo. Il materassino e il guadino in estate vanno tenuti all’ombra e freschi, per non ustionare il pesce. Se non sapete come fare, ad intervalli regolari immergete la rete del guadino in acqua, cercate di “tirar su” più acqua possibile e versatela sul guadino; per le prime volte fatevi aiutare da un amico. Evitate sofferenze inutili al pesce, tiratelo su slamatelo e fotografatelo nel minor tempo possibile. Nel materassino, il pesce va tenuto sul fianco (non a pancia in su), e non tenete mai più di un pesce per materassino. Se lo volete tenere in braccio per le foto state attenti, prendetelo bene (quasi di sicuro si agiterà e potrebbe cadere: evitate che questo accada!). Finita la foto, rilasciate velocemente. Per questa fase, non lanciatelo come un sasso, ma fatelo scivolare delicatamente dal guadino all’acqua. Sono poche semplici regole, ma vi assicuro che fanno la differenza. Il vero pescatore si vede anche dal rispetto della natura e dei suoi pesci.
Uno dei maggiori problemi è la scelta delle “misure” dell’attrezzatura. Risparmio le ovvie considerazioni su canne telescopiche o a sezioni (ovvio che le seconde hanno azione migliore, ma danno problemi di trasporto), o sulla lunghezza (di solito si va attorno ai 12 piedi – 3,60 metri).
Per i primissimi tentativi, si potrebbe usare una canna da spinning pesante, o meglio ancora una da fondo medio pesante; se potete, uscite con un amico che pratica questa tecnica e provate ad usare una sua canna specifica, anche se economica: è decisamente meglio e vi permetterà di prendere confidenza con l’azione. A proposito: quella che vi consiglio è la “parabolico-progressiva”, ideale per quasi tutte le occasioni.
Come vi sarete accorti, le canne da carpfishing vengono valutate non come potenza di lancio ma come “test curve” o libraggio. In breve, è il valore che applicato sul cimino con la canna orizzontale la piega di 90 gradi. In commercio si va da 2 a 5 libbre, e ovviamente le misure estreme hanno usi particolari (la 2 per pesca “ultra marginal“, o con pesci piccoli; la 5 con pasturatori di tipo “spod” o “rocket“). Le misure classiche vanno da 2 1/2 libbre a 3 1/2; personalmente per iniziare consiglierei canne con libraggio di 2 3/4 o una 3 libbre, vanno bene per quasi tutte le occasioni. In quanto alla massima grammatura lanciabile, andando a spanne si può dire circa 40 grammi per libbra; nel dubbio, meglio qualche grammo in meno. Come mulinello per iniziare, se non pescate a distanze astronomiche dei modelli di misura 5000-6000 vanno bene. In seguito affinando la tecnica capirete cosa vi serve a seconda delle vostre reali esigenze.
Un consiglio finale
Anche se la tecnica si chiama carpfishing, non è raro che si attacchi qualche altro pesce, soprattutto pescando col mais. Comunque sia, che si attacchi una carpa, una tinca, un carassio o un siluro, se possibile liberate tutto con la massima cura e velocità possibile, anche dove sarebbe illegale. Oggi più che mai c’è bisogno di tutta la nostra buona volontà. Se proprio volete tenere un pesce per mangiarlo va bene, purché sia qualcuno ogni tanto e soprattutto venga mangiato e non ucciso inutilmente e poi buttato nel cestino dei rifiuti, o lanciato in un fosso.
Inoltre, per favore non fate l’errore di molti, che trattengono pesci enormi o minuscoli (i primi sono un monumento della natura e meritano tutto il nostro rispetto, anche perché hanno impiegato anni per arrivare alle loro dimensioni; gli altri devono crescere). Di solito si consiglia da 1 a 3-4 chili al massimo. Infine vi chiedo di risparmiare anche specie come la tinca, ormai rarissime nelle nostre acque. Personalmente consiglierei di rilasciare tutto, se non è strettamente necessario. Capisco benissimo chi vuole mangiare i pesci che cattura, perché non è uno spreco, ma non chi ha i frigoriferi pieni di sacchetti di pesce buttati là, a “invecchiare”.
In quanto ai “pesci alloctoni”, non è colpa loro ma dell’uomo se sono qui. È inutile lanciarsi in una crudele caccia alle streghe, accusando i pesci di quello che invece ha causato l’inquinamento umano e la nostra società. Per finire, solo tre cose:
- Sui siluri si raccontano oggi le stesse leggende idiote che si raccontavano dieci anni fa sui lucci.
- In molte acque abitate da siluri in tutta Europa (es. Spagna, Austria o Germania) sono presenti in abbondanza anche altre specie.
- In moltissimi luoghi le anguille, le tinche e gli storioni sono spariti ben prima dell’arrivo di carassi, breme e siluri, più o meno (ma che strano…) nello stesso periodo in cui nell’acqua aumentavano le quantità di metalli pesanti e altri agenti inquinanti. Che coincidenza sospetta! Tutti sanno chi versa i suoi scarichi in canale (e non è solo il vecchietto condannato per aver gettato il copertone del motorino in acqua, anche se ovviamente anche costui ha le sue colpe) e si iniziano purtroppo a vedere le prime malattie gravi causate da questo inquinamento (secondo un medico con cui ho parlato, almeno quattro recenti ricoveri che ha visto sono causati dall’ingestione di pesce contaminato da metalli pesanti): quando si decideranno le autorità ad agire contro i colpevoli? Ma le autorità si rendono conto che i danni causati sono maggiori dei vantaggio causati dal nostro “progresso”? Lo Stato, o chi per esso, per non punire i colpevoli subito, sta pagando molto in danni ambientali.
Conclusioni
Il carpfishing si sta diffondendo moltissimo, soprattutto per il particolare rapporto con l’ambiente che ci circonda che ci offre. Nel giro di pochi anni è diventata una delle tecniche più comuni. Un’infarinatura di questa tecnica è ormai utile (se non quasi necessaria) anche a chi pratica altre tecniche, senza contare che è divertente, si può praticare in compagnia, ci permette quindi di conoscere persone nuove e l’ambiente, e infine può essere comoda per tentare il proprio record personale.
Il bello della mia interpretazione è che si può comodamente impiegare materiale utilizzato per altre tecniche, avendo così un buon risparmio. Inoltre, avendo iniziato anch’io da poco a praticarlo, ho cercato di semplificare, cercando di tralasciare tutte quelle finezze tecniche non strettamente necessarie. Adesso è il periodo della chiusura della carpa, per cui ho sospeso ogni esperimento ulteriore in materia, però posso già anticipare che le primissime prove tecniche hanno avuto un esito più che soddisfacente.
Spero che sia così anche per voi.
P. S. Per i veri carpisti: come avete visto, la mia è solo una “incursione occasionale” nella vostra tecnica e un tentativo personale di renderla più semplice e più accessibile. So benissimo anch’io che senza hair rig e boiles non è vero carpfishing (ma solo una versione più aggiornata del fondo). Il mio scopo è solo provare a ridurre quegli ostacoli che a volte scoraggiano chi (me compreso) vorrebbe avvicinarsi al vostro metodo. Osservate e giudicate pure, ma per favore ricordate che tutti siamo partiti dal basso, e dalle cose più semplici.
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io non capisco tutti quelli che dicono di rilasciare i siluri, forse questi signori non sanno e non si rendono conto che è una specie infestante e dannosissima per tutti gli ecosistemi in cui è stato introdotto, sia perchè in “tenera età” fanno fuori tutte le uove degli altri pesci, sia perchè causa delle dimensioni gigantesche che raggiunge poi fa fuori tutto il resto del pesce senza distinzioni, conosco molto posti dove dopo essere stati introdotti i siluri nel giro di un decennio sono rimasti praticamente solo loro…….se li pescate non ributtateli in acqua! basta fare una ricerca wiki sul siluro (Silurus glanis) per rendersi conto che è una specie infestante e dannosa, in alcuni fiumi e laghi la sua reimmissione in acqua è stata vietata per legge per questi motivi. https://it.wikipedia.org/wiki/Silurus_glanis
Ciao a tutti …volevo un consiglio perché dovrei prendermi dei mulinelli e sarei orientato sui beastmaster della shimano da 7000 e vorrei imbobinare una treccia dello 0,28 … possono andar bene?
Ciao a tutti volevo un consiglio…. dovrei prendermi dei mulinelli e sarei orientato sugli shimano beastmaster 7000 senza bait runner…e vorrei imbobinare un trecciato del 0,28 … possono andare bene?
Non si tratta della stessa cosa,carpfiscing e pesca con l’elastico sono l’una all’estremità dell’altra
Ciao!
Prova a pescare con la canna fissa a cimino elastico! vedrai che sentire il pesce attaccato alla canna fissa senza mulinello è tutt’altra cosa rispetto alle canne con il mulinello! uno spettacolo!