di Alessio Turriziani
La pesca alla trota mi ha da sempre affascinato. La trota è uno dei pesci che prediligo e che in tutti i modi cerco di salvaguardare. Lo studio e l’esperienza delle molte pescate alla trota regina, mi hanno dato spunti e suggerimenti per adattare il mio modo di insidiarla, a seconda del suo modo di cacciare e in base alle situazioni.
Questa non è una tecnica che ho inventato io, ma un modo di pescare la trota che mi è venuto naturale all’occorrenza, quando, guardandola cacciare, pensi: “Sì, dovrei proprio mettere l’esca a pelo d’acqua e far credere alla trota che questa larva sia libera di andare”.
Sfruttando i princìpi di alcune tecniche basilari della pesca alla trota, come la pesca a mosca, alla passata e al tocco, proverò a descrivervi ciò che in alcuni ambienti e condizioni porta ottime catture.
Questo modo di pescare sfrutta la furbizia della trota che attacca i minuscoli insetti (e non solo) che trova a pelo d’acqua con attacchi mirati e veloci. Proprio da questo mi è venuto naturale usare delle esche che la trota potrebbe trovare in natura, come le camole, un filo abbastanza sottile, che non la faccia insospettire, e un’azione di pesca che possa far sembrare il tutto il più naturale possibile.
Lanciando in prossimità delle cacciate questa esca appetitosa e libera di muoversi senza pesi né zavorre, la trota la crede un facile bersaglio e non se lo lascia sfuggire: vede l’esca, la insegue o l’aspetta e l’attacca senza timore.
L’abilità di capire la zona di pesca e l’abilità esplorativa del pescatore in questo caso sono fondamentali. Dove vediamo delle bollate, dei salti o delle cacciate, lì si trova il nostro obiettivo, lì il nostro punto di pesca.
Spiegato il funzionamento, vediamo che cosa ci serve per provare questa nuova tecnica di pesca:
- L’attrezzatura: per facilitare il lancio di una camola e di un segnafilo, che insieme pesano al massimo due grammi o meno, è consigliata una canna bolognese da 4, 5 metri, un mulinello con lenza madre del 18 con una buona scorrevolezza, un segnafilo come quello per la pesca al tocco, il terminale del 12 di 70-80 centimetri, un amo del 5-6 dorato, a seconda della grandezza dell’amo innescheremo una o due camole (meglio una sola).
- La montatura: applicheremo il segnafilo sulla lenza madre, legando con un nodo doppio la lenza madre al finale di circa 70-80 centimetri sul quale monteremo il nostro amo e innescheremo la larva. Consiglio di innescare la larva da dietro a davanti, facendo uscire la parte posteriore oltre la paletta dell’amo, e lasciando fuoriuscire la testa della camola dall’ardiglione che rimarrà scoperto. Una variante può essere un frutto di una pianta in riva alla zona di pesca o una mosca artificiale.
-
L’azione di pesca: molto semplice, ma al tempo stesso fondamentale. Si lancia o si lascia andar via con la corrente la nostra esca, fermandola in prossimità delle cacciate (la zona sarà quella). Quindi, si aziona l’esca, lasciandola andare, e si recupera di circa un metro. Si devono fare trattenute, in modo che la trota veda l’esca e ne sia attratta.
Non è una regola, ma tra il trattenere e il rilasciare proviamo a restar fermi almeno trenta secondi.
È consigliato tenere il filo in mano (come per la pesca al tocco), per sentire la mangiata della trota: non fidiamoci solo del segnafilo, che non è un galleggiante, ma ci dice solo dov’è la nostra esca.
La mangiata della trota può essere secca oppure prolungata, con tiratine veloci e a volte (se non abbiamo il filo ben in tiro) molto deboli. La sentiremo tirare coi nostri pollice e indice che tengono il filo. Il tipo di mangiata dipende anche dalla trota ci staattaccando. Adesso è il momento di ferrare!
Un segreto: tieni il filo in tensione così da sentire la mangiata e avere una ferrata pronta. Se lasceremo mangiare troppo la trota, inesorabilmente ingoierà la camola e il rilascio sarà più difficile.
Dove possiamo usare questa tecnica di pesca alla trota
Possiamo provarla in torrenti ampi e fiumi con una velocità medio-lenta. Si deve fare attenzione alla presenza di mangiate a galla e di bollate. La presenza di moscerini e zanzare a pelo d’acqua può aiutarci molto, così come la stagione calda.
Con questa tecnica possiamo insidiare anche cavedani e altri pesci che mangiano a galla.
La pesca mi piace